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PROGETTO ANTONIO GIAFFREDA

Automatizzazione Pozzi in Senegal, per un futuro sostenibile

ANNO
ANNO

Dal 2017 al 2021

DOVE

Sei villaggi rurali nel Comune di Merina Dakhar.

Regione di Thies (Senegal)

DOVE
ATTIVITA' SVOLTE

Costruzione di tre nuovi pozzi elettrificati, trasformazione e automatizzazione di quattro pozzi manuali pre-esistenti, grazie all’utilizzo del fotovoltaico. Formazione di cooperative agricole composte da donne che si occuperanno della coltivazione e vendita dei prodotti.

ATTIVITA'
SVOLTE

PROGETTO "ANTONIO GIAFFREDA"

AUTOMATIZZAZIONE POZZI IN SENEGAL PER UN CICLO VIRTUOSO E SOSTENIBILE

 

Il Progetto, che ha avuto inizio nel 2017, ha inizialmente previsto la costruzione di tre nuovi pozzi elettrificati alimentati da fotovoltaico, oltre alla potabilizzazione di altri tre pre-esistenti, praticamente inutilizzati. Questi pozzi, destinati sia ad uso potabile che per la coltivazione, consentiranno di triplicare l’estrazione di acqua e quindi la coltivazione di circa cinque ettari di terreno.

Il progetto “Antonio Giaffreda”, eseguendo queste opere, ha l’obiettivo ancora più grande di dare inizio ad un ciclo virtuoso e sostenibile per circa sette villaggi rurali nel comune di Merina Dakhar (regione di Thies, Senegal), attraverso la costruzione di nuovi pozzi e l’automatizzazione di pozzi manuali pre-esistenti che, per ragioni di bassa capacità estrattiva, non possono essere utilizzati per la coltivazione. I pozzi, oggetto di intervento, sono distribuiti in vari villaggi, a disposizione anche delle comunità limitrofe, in modo da raggiungere più di 5.000 persone. Ciascun pozzo è in grado di assicurare l’estrazione di 10.000 Lt d’acqua al giorno e favorire quindi la coltivazione di numerosi ettari di terreno. Lo studio morfologico preventivo consente inoltre di preservare la falda acquifera dai rischi di esaurimento. Grazie all'utilizzo del fotovoltaico, i pozzi permetteranno la coltivazione di più di cinque ettari di terreno e la formazione di cooperative agricole composte da donne che si occuperanno della coltivazione e della vendita dei prodotti.

A partire dal 2017 sono iniziati i lavori con lo svoglimento di sopralluoghi, l’analisi dei terreni e la selezione dei siti dove impiantare i pozzi.  Gli ultimi di gennaio del 2018, è stato quindi preparato un intero container che è partito per il Senegal da Genova.

Lo stesso Fabrizio Chelli, Presidente dell'associazione EPS (Energia per lo Sviluppo) e gli altri volontari si sono recati personalmente sui luoghi per assicurare la corretta esecuzione delle opere, che comunque sono state avviate già dai referenti tecnici locali, formati appositamente per poter fare gran parte del lavoro in autonomia.

La gestione dell’attività agricola rappresenta infatti un tassello fondamentale di tutto il progetto per la sua autosostenibilità. Infatti, la disponibilità costante e giornaliera di acqua consente di effettuare tre/quattro raccolti per anno e i ricavi dell’attività economica sono sufficienti ad alimentare il sistema, rendendo ciclici tutti i processi.

Inoltre, la gestione delle attività agricole è affidata a delle cooperative di donne, appositamente formate dall’agronomo locale, Lamine Diouf. Sarà loro compito individuare le colture più adatte strategicamente, non solo per soddisfare il livello minimo di sussistenza, ma anche per essere vendute in vari canali commerciali.

Sulla realizzazione del progetto iniziato nel 2017, il nostro caro amico Fabrizio Chelli, ci testimonia con queste parole il sincero orgoglio provato nel dare avvio a qualcosa di più grande che possa davvero rappresentare un aiuto: “come ogni volta accade, l’esperienza vissuta ci ha ampiamente gratificato degli sforzi effettuati per mettere a punto questo ambizioso progetto. Ce l’abbiamo fatta ancora una volta, anche se sappiamo molto bene che terminare la costruzione materiale della struttura non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza”.

Condividiamo con fierezza questo modo di intervenire e cooperare per aiutare veramente queste popolazioni a crescere e a migliorare le loro condizioni di vita e crediamo anche noi che quanto è stato compiuto è uno “strumento” che dobbiamo far produrre bene ed in modo continuativo. Forse questa è la parte più difficile delle attività cooperazionali, perché, come dice Fabrizio, “significa mettere insieme le persone, farle collaborare, riuscire a superare gli ostacoli evitando situazioni di stallo e quindi di inefficienza”. Ma Fabrizio ci testimonia anche che gli operatori tecnici locali sono molto affidabili e lo hanno dimostrato fino ad oggi con il prezioso lavoro già svolto. Infatti, Chelli, parlandoci di loro, dice anche che “nella loro funzione di indispensabile anello di collegamento fra noi e le comunità rurali dei villaggi che lavorano nei campi, hanno dimostrato di essere impeccabili”. Per questi motivi è stato deciso di investire, perlomeno nel breve/medio periodo, nel rafforzamento delle operazioni finalizzate al consolidamento dei risultati, obiettivo prioritario nel momento di avvio di questa importante attività.​

Andando avanti con il progetto possiamo quindi confermare che gli operatori tecnici locali sono davvero affidabili e il lavoro svolto dai nostri partners si è dimostrato un concreto aiuto per la popolazione e buon esempio di cooperazione.

Con minuziosa e sentita cura i nostri collaboratori ci aggiornano e documentano costantemente sui lavori di manutenzione degli impianti, di verifica e controllo dei dati tecnici forniti dalle attrezzature installate, di monitoraggio del raccolto, ma anche su quelli eseguiti a protezione delle attività agricole svolte, come la recizione dei terreni coltivati grazie al nuovo sistema automatizzato.

Non solo, la stessa comunità sta adottando anche nuove scelte oragnizzative per meglio gestire ogni attività legata a questo progetto, come la creazione di uffici composti da varie figure di riferimento (Presidente – Segretario - Responsabile delle vendite - Responsabile del perimetro - Manager materiali).

Infine, ma riteniamo di fondamentale importanza per rendere questi interventi autosostenibili e per responsabilizzare la stessa popolazione destinataria, è stato anche creato di comune accordo un fondo chiamato "Fondo di riparazione", il quale verrà finanziato dagli orticoltori medesimi con il versamento, dopo ogni raccolto, di una parte del ricavato delle vendite. 

Nell’ottica di una totale trasparenza del nostro operato e per dare concretezza all’informazione che vogliamo dare circa i nostri interventi, nel dettaglio, di seguito descriviamo le attività  eseguite con il nostro contributo:

- pulizia dei pannelli;

- monitoraggio batterie / consumi / qualità dell’acqua;

- costruzione di recinzioni (a protezione dagli animali);

- costituzione dei comitati;

- fornitura di piccole attrezzature.

Grazie quindi al lavoro del Presidente di EPS Fabrizio Chelli e a tutti i volontari che operano su progetti di cooperazione internazionale per portare “Energia” laddove accendere una lampada è paradossalmente un segno tangibile di progresso e può rappresentare un aiuto determinante. In Senegal, in pochi anni di attività, EPS, vera e propria "avanguardia" della società, ha elettrificato, mediante fotovoltaico, trentasei villaggi rurali ed ha realizzato pozzi per l’irrigazione di terreni coltivati ad ortaggi, garantendo il sostentamento alimentare ed economico di numerose famiglie.

IN COLLABORAZIONE CON
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